La vita sociale ai tempi del covid…ma anche prima

Non voglio scrivere della pur triste emergenza sanitaria che ci ha colpito da Febbraio ad oggi. No per quello c’è gente più preparata e qualificata. Voglio solo riflettere su come a livello psicologico e sociologico questa crisi mi abbia impattato. Parlo al personale perchè non tutti vivono nello stesso modo o hanno lo stesso stile di vita.

Covid a parte (per il momento) il discorso è semplicemente complicato. Ho girato tutta Europa e mezzo altro emisfero. Quello che qui intendono per movida non è altro che l’imitazione di stili di vita che non sono affatto applicabili al nostro paese (si paese perchè l’talia altro non è che un piccolo paese malgrado 60 milioni di abitanti). Non vorrei scrivere 20 pagine anche se alla fine finosco col farlo. La movida o il pub o il bar sono luoghi di aggregamento sociale dove per definizione utopica la gente dovrebbe socializzare nel senso di conoscersi, scambiare idee, ridere e scherzare per passare una serata diversa.

Lo stesso varrebbe per le discoteche ad esempio. Ma ovunque si in Italia no.

In Italia no. Quello che dico non sono fantasie ma derivano dell’osservazione di comportamenti umani in mezzo mondo quindi con una casistica che statisticamente ha una base dati, non due o tre esperienze.

Andiamo di esempi. Se tu vai in un pub che sia in Uk,Irlanda,USA,Australia etc. la gente al bancone educatamente scambia 4 parole fra sconosciuti. Questo significa socializzare: parlare e discutere e ridere assieme davanti ad una pinta.

Vi suonerà “alieno” ma all’estero spesso al bancone scambiavo 4 parole con belle ragazze che subito dopo mi presentavano il fidanzato o marito che in modo goliardico si univa e si faceva una bevuta raccontando le sue storie.

Nessuna gelosia nessuna discriminazione semplicemente il mio motto numero 1: rispetto per rispetto. Fino a quando c’è quello si è o si diventa amici.

Per farvi capire senza superare le 20 pagine a Las Vegas dopo aver fatto amicizia con  una coppia di New York il compagno (che fra l’altro offriva da bere) mi ha chiesto gentilmente di accompagnare la sua donna alla toilette.

Beh a Milano il mio ex vecchio amico quando la sua ragazza mi disse “accompagnami” alla toilette, mi ha seguito come se io …ci siamo capiti.

In Italia le comitive escono ma non per socializzare. Sono cerchi chiusi se si avvicina un’estraneo (e direi anche un’estranea) scattano gli anticorpi: chi sei? Che vuoi? Non lo vedi che è in compagnia? Cerchi liti? Vattene da altra parte e spesso sol perchè hai detto “ciao”.

Ora questa è socialità o stupidità? Perchè se non ho voglia che io ed i mei amici o amiche abbiamo un rapporto umano con altra gente beh mi chiedo e mi rispondo che è stupidità perchè io la mia cerchia la posso invitare a casa mettere la musica che voglio invece di andar a pagare una pinta 6 euro per comunque interagire solo con chi già conosco.

Torniamo al titolo. Ai tempi del covid per alcuni mesi tutto era in “lockdown” sacrosanto ci mancherebbe.

Ora le attività ricreative sono riaperte. Ora se dal punto di vista sanitario le misure sono coerenti per il contenimento del virus dall’altro mi chiedo molte cose.

Che senso ha (notizie lette non inventate) aprire una discoteca dove la gente deve star seduta ad un metro e ballare sulla sedia?

Che senso ha andare con la compagna,amica,moglie con un pannello di plexiglass che ci frappone neanche stessi visitando un carcerato?

Che senso ha non potersi abbracciare, baciare, stringersi le mani?

Che senso ha non guardare la gente in faccia perchè la mascherina è obbligatoria?

Che senso ha quindi non poter non solo socializzare ma neanche essere liberi di stare con chi conosci?

Che senso ha che in più dovrei pagare per tutto questo uscendo da casa?

Che senso ha?

A questo punto mi spiace per bar,pub,ristoranti,discoteche,cinema e quanto altro ma preferisco stare a casa.

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