DJ Pietricello – Ma come si mixa o meglio come mixo?

Per i più curiosi o per chi vuole cominciare da alcuni spunti voglio darvi qualche breve dritta che forse non troverete o meglio, sicuramente troverete, ma persa nei meandri di ore ed ore di video/tutorial e quanto altro.

Non è una guida ma solo un’accenno a come in quest’anno ho fatto e continuo a fare (affinando la tecnica e non solo) i miei mix.

Lascio la foto del setup che è pressochè invariato rispetto all’anno scorso e che ancora uso.

 

Detto questo vi anticipo che ne svelo segreti (ce ne son pochi) ne tantomeno ho la presunzione di voler essere tecnico ed esaustivo ma forse, per chi è più neofita di me, manca proprio questo tipo di approccio diretto e pragmatico.

Malgrado quanto appena scritto, non riassumete tutto in 4 frasi o anche in decine di ore di video tutorial e quanto altro perchè come per ogni lavoro che si vuole fare nel migliore dei modi ci vogliono una serie di attitudini:

  1. Passione : io lo faccio per divertirmi, a maggior ragione chi mai volesse far del DJ un lavoro senza passione e perseveranza è meglio che scarichi e suoni qualcosa di già fatto, in altre parole si limiti ad ascoltare, sorry ma sono diretto 🙁
  2. Teoria: eh si come ogni cosa c’è tanta teoria. Nel nostro caso pur non dovendo comporre sinfonie o far chissà quale produzione è fondamentale studiare un po di musica dalle note agli accordi alle scale e quanto altro questo ci serve per , non dico capire, ma almeno intuire i punti successivi.
  3. Conoscere la musica che si vuole suonare, ascoltarla … ma approfondiamo:

Parlo del genere che suono e cioè della EDM in generale. Ovviamente altri generi hanno peculiarità diverse.

Le tracce EDM sono tutte molto simili nella costruzione. A seconda delle versioni c’è sempre una introduzione (intro) una fase in salita, cioè che anticipa il clou della traccia, eventualmente una discesa ed un finale (outro).

Non sempre sono tutte eguali e/o tutte presenti e spesso ci sono ripetizioni all’interno della traccia.

Ecco non è tanto importante conoscere a memoria o ascoltare 10 volte un brano EDM ma è fondamentale capirlo leggendo semplicemente la sua “onda” su software come Rekordbox e similari.

Usando le orecchie e gli occhi dovrete allenarvi e riconoscere le varie sezioni del brano semplicemente guardandolo!

Detta cosi’ sembra semplice ma non lo è ma credo che questo sia il “trucco” numero 1. Interpretare la traccia già addirittura prima di suonarla. 

Ad oggi io molte tracce le scarico solo guardandole o al massimo ascoltando 5/10 sec. di preview per ogni sezione.

Perchè questo? Perchè paradossalmente il vostro mix ve lo dovete costruire in testa prima di eseguirlo. 

Quindi sceglierete il genere, le tracce ma già in fase di selezione se volete facilitarvi la vita dovreste accuratamente scegliere tracce in base alla loro chiave, velocità (bpm) ed energia.

Anche li i vari record pool (posti da dove si scarica la musica da mixare) aiutano ad organizzare il tutto ma ovviamente entra in gioco la parte teorica. Cosa è la chiave? Cosa vuol dire mixare in chiave? Cosa è la ruota di Camelot? Ecco questa teoria va studiata e l’orecchio allenato a tendere a riconoscere key&bpm anche senza guardare, ma questo con l’esperienza e tanto ascolto.

Il mix ti deve girare in testa perchè lo strumento (sw e mixer) possono permetterti di migliorare e/o aggiustare qualcosa che non coincide alla perfezione ma di sicuro non possono far sposare 2 tracce che a stento si somigliano.

Io vi consiglio vivamente di evitare le funzioni che cambiano chiave al brano e di evitare di abusare (io non lo uso proprio) del Sync.

Abituatevi ad usare il pitch control per far matchare i bpm ed al limite, previo ascolto, non spaventatevi di aumentare o diminuire i bpm.

Io ad esempio più di andar di matto fra una traccia e l’altra preferisco stabilire una velocità media che deve avere il mix ed aggiustare le tracce su quella. Questo permette di evitare di sincronizzare un 120bpm con il successivo a 128 se, ad esempio, il resto delle tracce variano da 123 a 126. Come? Non è facile ma basta decidere semplicemente l’ordine o , nella peggiore delle ipotesi, cambiare la scaletta e mettere il ns. brano super veloce in un’altro mix.

Facendo finta che siamo già bravi in quanto detto fino ad ora (ma abbiate pazienza che ci vuole tanto ma tanto tempo e pratica) il passo successivo è “ritagliare” le varie tracce, ed usare i loop.

Ripeto: è il mio attuale stile ma ce ne sono a centinaia.

Che sia o meno un’extended mix, se capisci la composizione della traccia l’extended te lo fai tu cosi’ come lo “short” a seconda delle situazioni.

Esempio 1: un’extended di 8min. ha una intro kilometrica. Si vero ti da più tempo di mixare ma perchè non posizionarsi subito prima dell’up e mettere in loop quelle 16 battute che poi deciderai tu in fase di esecuzione se far durare 10 o 30 sec? Idem per l’outro. Se “capisci” la traccia il tuo loop sarà senza soluzione di continuità quindi impercettibile all’audience.

Non solo, avrai più tempo, se vuoi, per effettuare qualsiasi tipo di transizione tu preferisca.

I cue point: attenzione puoi mettere in loop qualsiasi parte senza avere nessun cue point o visivamente o ascoltando, perchè no ma io prima del loop consiglio di marcare il punto ove pensiamo debba “succedere” qualcosa.

I vantaggi vanno dal riconoscere e selezionare i vari punti delle tracce (into,up,outro,etc.) a tantissimo altro.

Personalmente uso i cue per i loop ma …. non è detto che mi basti semplicemente segnare dove devo iniziare a mixare senza bisogno di metter nulla in loop 🙂

Le transizioni: li ci sarebbe un mondo dietro e si potrebbe fare veramente di ogni.

Al momento ho scelto in prevalenza lo stile parametrico cioè giocare con i livelli di bassi e medio/alti separatamente per effettuare la transizione fra una traccia e l’altra. Molto meno semplice di usare il crossfader, meno semplice di usare i 2/4 slide del volume canale ma efficacissimo per transizioni pulite e volendo, creative.

Gli effetti FX: croce e delizia: non usateli a caso. Possono arricchire una traccia, vivacizzarla come renderla inascoltabile, idem per una transizione. Sono tanti e non sono, almeno per me, facilissimi da usare. Ci vuole orecchio,conoscerli ed esperienza.  In ogni caso non abusatene.

Per molti quanto scritto saranno ovvietà per altri sono stato molto superficiale, ma ripeto lo scopo non è insegnar qualcosa di estremamente difficile in un paio di pagine ma semplicemente di dire, per la mia esperienza, ove focalizzarsi per cominciare a fare dei mix semi professionali.

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