Il lavoro: prima mancava,ora c’è ma ma non si trovano lavoratori

Che succede? Oggi e non è la prima volta che negli ultimi mesi sento questo aneddoto.

In parole povere gli imprenditori si lamentano di cercare lavoranti ma non ne trovano, Parliamo di qualsiasi tipo di figura professionale: dall’edile, all’impiegato, all’operaio,etc.

Come mai? Non ci si lamentava della disoccupazione? Ora invece i nostri giovani e meno giovani sembra non abbiano voglia di lavorare.

Ad ascoltare le opposizioni e gli imprenditori stessi la colpa è del Reddito di Cittadinanza che di fatto fa si che si preferisca vivere a spese dello stato che lavorare.

Ma è veramente così? Un problema così ampio si spiega solo con le elemosine statali?

Si parla oggi infatti che i disoccupati (chi cerca ma non trova lavoro) sono quasi in difetto rispetto agli inoccupati (coloro che neanche cercano “più” lavoro).

Se il problema fosse il RDC di cosa si parlerebbe a fare, basta abolirlo (non durerà comunque a vita) e per miracolo si risolve il problema?

Veramente? No credo che bisogna sforzarsi a vedere le cose a 360 gradi e non incasellare un’intera categoria come bamboccioni,sfruttatori di soldi pubblici, mammoccioni, sfaticati e quanto altro.

Generalmete si dice che le colpa è equamente divisa in qualsiasi disputa, in questo caso gli attori però sono tre: chi cerca lavoro, chi offre lavoro e il Welfare o meglio le politiche sociali finalizzate all’inserimento di giovani e meno giovani nel mondo del lavoro.

Si cominciano a complicare le cose vero? Si. Coloro i quali pensano che l’RDC sia la causa hanno ragione a metà come torto a metà. Non starò qui a fare dei complicati calcoli su quanto si percepisce di r.dc. perchè ci sono troppe variabili (casa in affitto/mutuo/proprietà,figli,etc.) riporto l’esempio più semplice:

“una persona che vive da sola, hai diritto ad un RdC fino a 780 euro al mese, di cui fino a 500 euro come integrazione al reddito e 280 euro di contributo per l’affitto, oppure 150 euro di contributo per il mutuo”

Premetto mi baso sulla persona che vive da sola ed è disoccupata. Andiamoci al contrario e cominciamo a leggere contributo. Non significa che ti pagano un’affitto ma che contribuiscono. Personalmente affitti da 280 euro per singoli non ne conosco. 280 euro qui a Milano li pagavano gli studenti universitari in nero e per una stanza in casa condivisa con altre 2/3 persone. Oddio al sud costerà meno ma non andando di “nero” (sennò come fai a dimostrare di pagare affitto) con 280 euro non credo si trovi una semplice casa piccola piccola con stanzino per dormire,cucinino e bagno.

Smarcato questo resta sempre il contributo quindi di 500 euro con i quali dovresti ovviamente mangiare, pagare le spese di una casa e….stop. Con quella cifra non puoi permetterti un’auto con tanto di bollo e assicurazione forse un motorino. In pratica se stringi la cinghia a stento (pensateci) ci mangi.

P.S: ovviamente non devi fumare, comprare vestiti se non quelli dai cinesini per coprirti e molto altro.

Ora visto che non vengo da Marte pensate veramente che un ragazzo/a possa vivere soltanto di quei soldi e che quindi siano l’unico disincentivo ad andare a lavorare?

NI nel senso che SI se magari non sei in affitto e decidi di restare a casa dei tuoi. In quel caso il tutto si riduce comunque a 500 euro.

Analizziamo il secondo soggetto (ho anticipato) cioè le politiche sociali sul lavoro.

Lo scopo dichiarato dell’r.d.c non era erogare soldi a gratis ma chiedere impegno nel cercar lavoro ed impegnarsi (come stato) a trovarlo.

Qui parlo per esperienza personale. In 1 anno tranne le solite stupide sedute mensili sempre e solo basate sulla revisione del C.V. di proposte reali praticamente zero.

La proposta reale deve essere quella che ti permette di inserirti nel tuo settore (che sia per studi fatti o lavori precedenti o esperienze acquisite) in una posizione salariale “umana”.

La prima parte mi sembra semplice. Non mi puoi proporre di fare il pasticcere se sono un’informatico e non ho 14 anni per cominciare a fare l’apprendista ci perdi tu ed io tempo forse più tu perchè per rendermi “redditizio” dovresti investire su di me per mesi e…sempre che sappia fare il pasticcere.

Si interseca poi il solito discorso che se sviscero ci vorrebbero tomi interi. Li cercano giovani, con esperienza e spirito di sacrificio (vale per tutte le posizioni) dietro l’angolo a 10cm c’è un’offerta che spesso non supera gli 800 euro (ma anche meno fidatevi). Sono quindi tagliati fuori i “vecchietti” (per loro da 40 in su sei vecchio) perchè hanno esperienza ma non son giovani e sicuramente non li comprano a 600 euro.

Insomma come dire: ti cerco bella, alta,bionda, occhi azzurri,formosa ma umile e servizievole in cambio vita in casa di 40mq. Se se…aspetta e spera, solo per fare un paragone.

Si aggiunge il discorso orari e distanza. Spesso orari flessibili e spesso lontani da dove si risiede. Ora dico io con tutta la buona volontà ma se da quella miseria di stipendio gli devo anche levare i soldi che spostarsi costa (parlo di mezzi pubblici) il dover mangiare al volo fuori casa (anche un panino,spremuta,caffè) praticamente quanto restano a fine mese?

La risposta è semplice. Tornando quindi all’r.d.c. mi sembra logico con questi presupposti in molti preferiscano starsene con mamma e 500 euro netti in tasca.

Non facciamo i perbenisti ma a gratis o quasi nessuno lavorerebbe.

Le politiche sociali in questo non sono intervenute ne intervengono per spingere gli imprenditori a dare salari dignitosi. Sentivo che non solo siamo il paese europeo con gli stipendi più bassi ma l’unico e dico l’unico che in 20 anni ha addirittura diminuito i salari. Se ad esempio un tedesco 20 anni fa prendeva 1000 oggi ne prende di più (a volte molti di più), un’italiano se è fortunato continua a prenderne 1000.

Se parli con il datore di lavoro dal canto suo c’è crisi, le materie prime aumentano, le commesse non son quelle di una volta e quindi di conseguenza i ricavi ergo non posso pagarti di più.

Il cerchio si è quindi chiuso e forse diventa più comprensibile malgrado non condivisibile come in molti si siano arresi e si accontenino di quel poco che lo stato gli da.

Ma in questo gioco o battaglia chi è che vince? Nessuno. Non vince il lavoratore perchè non lavora, non vince l’imprenditore perchè senza mano d’opera produce e vende meno, non vince lo stato perchè paga a vuoto ed in più ha la colpa di non fare nulla affinchè l’offerta si incontri con la richiesta.

Direte voi e prima come mai lavoravano anche a 600 euro?

Beh in tutto questo si è insinuata crisi e pandemia che ha lasciato a casa molte persone. Quelle persone, penso, che in questi 24 mesi di riflessione abbiano pensato quello che ho appena scritto aggravato dal fatto che visto il “lockdown” generalizzato i consumi e le esigenze sono purtroppo diminuite quindi si in effetti oggi i 500 euro se li fanno bastare piuttosto di tornare schiavi a meno che le condizioni dell’offerta non vengano adeguate.

In due parole e senza girarci dietro devi lavorare ma devi essere pagato equamente nel caso contrario meglio…niente.

Ovviamente la soluzione, sempre che ci sia, è molto complicata e di sicuro non facilitata dall’attuale pandemia. Economia a parte con tutte queste “storie” di chi si/chi no (ci siamo capiti) ci penserei due volte a stare troppo a contatto con qualsiasi tipo di gente se veramente non ne vale la pena.

Aggiungo che sin da quando l’r.d.c. è stato concepito i datori di lavoro hanno sgravi fiscali e ad oggi ulteriori politiche di “sconti” sono a favore più delle aziende che dei lavoratori.

Come a dire cari amici imprenditori o rivedete il tutto o, ahimè, se le cose non cambiano in Italia lavoreranno gli stranieri e gli italiani riprenderanno come nei tempi storici ad emigrare altrove.

 

 

 

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