Repubblica.it – Attenzione ad abbonarvi

Ormai la libera informazione sul Web non esiste più e questo vale per tutti i quotidiani. O ti abboni o leggi solo i titoli e le prime 4 righe. Ok ci può stare. La scarsa vendita dei quotidiani stessi in versione cartacea, le spese del sito, pagare la gente che ci lavora tutto lecito e condivisibile specie in periodi di crisi, ma non è di questo che voglio scrivere.

Bene Repubblica.it fa la promozione 1 euro al mese per 3 mesi per poi “automaticamente” (e già questa formula non mi piace) passare a 6.99 al mese. Allora sottoscriversi ci vogliono 2 minuti, basta un’email ed un metodo di pagamento come per qualsiasi sito italiano o estero. Andiamo al punto. Sinceramente non mi va di pagare 7 euro al mese, mi scordo di disdire abbonamento e giustamente come da contratto mi addebitano 6.99. Ok colpa mia ma a questo punto disdiciamo.

Ecco mentre in 30 e passa anni che lavoro su Internet basterebbe un click, i signori di Repubblica ti chiedono o un Fax o di chiamare il Servizio Clienti o una PEC. Scelgo la PEC perchè non ho fax e con i Call Center perdi ore tempo che ti rispondano. Problema uno: non tutti hanno la PEC. Ti richiedono inoltre di mandare fotocopia F/R di documento di identità. Ma dico stiamo scherzando? Non sto mica scrivendo alla Polizia è semplicemente la disdetta di un rinnovo automatico non chiedo neanche il rimborso dei 6.99 di questo mese visto che l’errore è stato mio.

Comunque seguendo quanto detto manda copia C.I. uso la PEC, inserisco il mio nome utente ed invio.

La risposta è : non basta ci vuole la sua email con la quale si è iscritto.

A questo punto comincio a capire che questa ferraginosa procedura è fatta “Ad Hoc” per fregare il cliente.

Che senso ha? Hai il nome utente quindi già dagli archivi sai di tuo la mia email, sono io e non si scappa perchè la PEC è “di stato” e costituisce già di suo prova di identità, in più hai anche copia del documento di identità.

Cosa vuoi di più? Per quele motivo? Alla fine è solo una lecita richiesta di disattivazione di un servizio del quale non voglio più usufruire.

Parte ennesima PEC ma stavolta con toni non proprio simpatici. Nessuna risposta.

Mi armo di pazienza e chiamo il Call Center dove un gentilissimo operatore mi da ragione, controlla il tutto e disattiva manualmente il rinnovo.

Il problema è risolto ma nel 2021 una procedura del genere io non la concepisco. Non solo la PEC (che non tutti hanno) ma anche copia di C.I.? Ma scherziamo?

Attenzione quindi al sito in oggetto. Iscriversi è gioco da ragazzzi, disdire diventa veramente difficile.

Ovviamente lo scopo è quello di disincentivare la gente a disdire ma questa è una tecnica commerciale al limite dell’illegale ed aggiungerei chiedere C.I. viola la privacy sopratutto per quanto richiesto e visto che il “must” era inviare via PEC che già ti certifica.

Occhio quindi che entrare è facile, uscirne molto meno.

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