Radioamatori: Ma quanti siamo rimasti…e che età abbiamo?

Avrei molto da dire (e quando mai penserà chi mi conosce) in generale i nuovi radioamatori giovani sono rari. La verità è che fra impegno per la patente, poche persone ma sopratutto diffusione capillare di Internet ovunque in molti dicono “ma chi me lo fa fare”?
Molti son quindi, me compreso, ex CB che dopo 20 anni di QRT hanno fatto patente.
In merito alle HF per chi approccia sono sicuramente più difficili sia per apparati che per situazioni logistiche (condomini,etc.) anche quindi volendo ci si ritrova in situazione dove spendi migliaia di euro e poi alla fine, visto che la propagazione non è il massimo in questi periodi, per parlare col collega italiano.
Le V/U quindi vuoi per economicità che per i ponti che ampliano la copertura diventano più fattibili da chi ha problemi logistici e non può permettersi grandi spese per un mondo che ancora non conosce e quindi sul quale investire subito tanto non sarebbe oculato. In buona parte del nord centro Italia ci sono decine di ripetitori quindi anche in portatile,per strada,in auto si può parlare.

Commento qui (ma l’ho fatto su decine di post) il collega che parla della “macchinosità” dei QSO. In effetti spesso i QSO sono diventati solo ed esclusivamente una sfilza di nominativi e contenuti quasi zero.
I fattori sono due. In primis una mancata interpretazione delle norme. Sono io che son tenuto a dire il nominativo non devo ripetere quello degli altri componenti. Ma visto che le abitudini sono dure a morire e visto (ci arriverò alla fine del post) molti sono abituati alle vecchie maniere c’è poco da fare o meglio se si cambia un po impostazione mentale questo problemino si risolve. Io dico il mio nominativo di quello altrui sinceramente mi interessa poco l’importante che sappia a chi passare il mic che sia pippo,giovanni o giuseppe, starà poi a lui ma non ad ogni passaggio ripetere se vuole il suo.

Il secondo fattore è un pò più spinoso. Negli anni 80/90 non c’era nel bene e nel male questa diffusione di Internet quindi molte discussioni tecniche erano interessanti in quanto unica fonte di informazione.
Oggi chiunque di noi (per il semplice fatto che ne stiamo parlando) ha Internet e se vuole le specifiche della radio X o dell’Antenna Y se le cerca in rete e ne trova a migliaia invece di chiedere e sperare che qualcuno per caso conosca quella radio o antenna.

Se è vero che per regolamento le discussioni dovrebbero essere tecniche per quanto sopra detto sinceramente a me stare in un qso dove si parla di una radio che non conosco o di un’antenna che non posseggo mi interessa molto ma molto poco anche perchè non conoscendo l’argomento non darei alcun valore aggiunto al QSO al massimo se interessato me ne resto in ascolto…motivo per il quale questo tipo di qso hanno più ascoltatori che interlocutori.

Si sono poi affacciati i modi digitali che permettono veicolando dal rpt ad una serie di server di parlare con 1W con tutto il mondo. Microonda il TG222 è il “canale” (per farmi comprendere) del DMR nazionale ove si puo’ parlare con amici di tutta Italia e di tutto il mondo qualora si collegassero.

Per molti vecchi OM questo è un’abominio in quanto in effetti non arrivi con le tue forze in Sicilia ma ti ci veicola la rete DMR basata su connessioni internet. E’ un modo comunque di comunicare.
Ma anche qui dopo la foga iniziale ho visto sciamare il traffico, qualcuno ancora parla, alcuno si e’ inventato anche li come disturbare, qualche TG regionale è molto attivo…ce ne sono così tanti che spesso cerchi di scambiare 4 parole e dopo 40 minuti spegni tutto vista l’assenza di interlocutori.

Ovviamente il tutto vale anche per i sistemi c4fm e d-star.

Ultima frontiera sono le app e le network radios che di fatto usano smartphone o smartphone a forma di radio (lo chiamerei radio-telefono) e con applicazioni apposite permettono di parlare con il mondo utilizzando non i ripetitori radioamatoriali ma le normali celle telefoniche. Qui i puristi strizzano ancora più naso ed occhi in quanto per loro non è fare Radio 🙂

Prima di fare una considerazione torno OT. I radioamatori siamo vecchi. L’età media va dai 40 agli 80 e passa anni. I giovani ormai usano internet quelli che ci siamo hanno avuto un ritorno di fiamma venendo dalla CB magari 20 e passa anni fa.

Questo se da un lato è positivo perchè maggiore esperienza si ha maggiore sono le cose tecniche che si possono divulgare a coloro che ne sanno di meno, dall’altro è un limite perchè in molti restano ancorati a vecchie regole, modalità operative e restano mentalmente chiusi ai nuovi sistemi, in ultimo un pò come ai vecchi tempi…esiste una specie di “nonnismo” ove il “vecchio” spesso sol perchè ne sa di più si erge a migliore rispetto al giovane. Queste cose ovviamente disincentivano i giovani ad entrare in radio in quanto a volte (non sempre) vengono presi di mira per la loro poca conoscenza di certe tematiche.

Il discorso è che poi il tutto è soggettivo. Esiste il radioamatore che è interessato solo alla parte tecnica e quindi salda,autocostruisce,mette alla prova la capacità del propio impianto di dove arrivare e poi c’è il radioamatore che usa la radio per passarsi un po il tempo, conoscere nuove persone, fare 4 chiacchere che possono essere tecniche ma anche di altro tipo. Categorie diverse che egualmente vanno rispettate.

Per la categoria due alla quale appartengo e molti appartengono direi che nel momento in cui utilizzi ponti V/U hai fatto il primo passo, se il ponte è interconnesso e ti permette di parlare con il mondo, dove sta la differenza?
Idem se arrivi a questo e poi scegli di utilizzare le celle radiomobili come ripetitori evitando di usare i ripetitori che a volte sono malfunzionanti, mal gestiti, non operativi, che cambiano sistemi digitali a scelta (leggittima) dei gestori che problema c’è?
Un telefono alla fine è un RTX digitale comunque non vedo quindi che problema crearsi ha pur sempre una parte RF cambia la dorsale di trasmissione.

Per dare ulteriore spunto. Ci sono app come Zello che permettono a chiunque di usare uno smartphone o Network Radio come un normale RTX con la differenza che essendo una app per telefono neanche richiede di essere radioamatore. Ci sono app come Peanut che invece di fatto sono il D-Star, aperte solo a radioamatori licenziati ed interconnesse sui vari reflectors anche con dmr e c4fm.

Insomma se si vuole “comunicare” a prescindere dall’età ci sono mille modi.

2 Comments

  1. Dario IV3PDV

    Ottime valutazioni. Non c’è nulla da fare.

    • L’ho riletto dopo quasi 3 anni da averlo scritto e non posso, oggi, che pensarla ancora come tempo fa.
      Aggiungo che mi sono allontanato un bel po dalla radio, per impegni di lavoro, ma per quello che leggo non è cambiato molto da allora.
      Anche a livello digitale finite le personali sperimentazioni con hotspot, server, network radio beh…non ho letto nulla di stimolante a livello di sperimentazione, Però Dario magari è solo la fase “calante” del radiantismo che per me (ma l’ho scritto prima e detto diverse volte) è come un virus residente: ha un rush di qualche mese/anno poi si sopisce ma dopo magari anni torna all’attacco. Per ora , forse, sono sia in fase calante che impegnato. Grazie comunque del commento, 73 , Pietro IU2DLC.

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