Modi digitali in fonia: dmr,ysf,dstar, hotspot e per finire Inrico T320 Netwok Radio

Nel panorama radioamatoriale mondiale è ormai da anni che non è più Taboo parlare di modi digitali. Anche se molto più lentamente rispetto a quello che si vede nell’elettronica di consumo nel campo delle telecomunicazioni, il presente prima o poi è arrivato anche nel nostro campo. Il presente è comunque digitale per antonomasia e si affianca al buon far radio “vecchia scuola” che da sempre e comunque le sue soddisfazioni.

Fatto sta che piaccia o meno che oggi non servono più ne stack di direttive su tralicci abbinate a lineari da 1Kw, ne notti insonni a caccia del DX in propagazione per poter parlare con l’Australia, gli USA il Giappone anche semplicemente con il proprio smartphone.

Mi piace evidenziare, senza disquisire più di tanto, che questi modi sono complementari al fare radio in modo tradizionale. Non sono peggiori ne migliori o meglio entrambi gli approcci hanno pro e contro ed ognuno ha i suoi gusti ma tutto comunque ci arricchisce culturalmente e questo fa sempre bene. Sul resto ho, come tutti, il mio pensiero.

Senza farla troppo lunga ho sorriso propio ieri sera (1 Gennaio 2022) sentendo sul ripetitore locale di Milano in UHF un collega molto contento perchè transitava dalla Germania un’altro OM. Dove storcio il naso?

Quando quello che è comunque un DX in quanto ci sono le alpi di mezzo ed i 70cm non son di certo concepiti di base per queste attività, è realizzato con 4 direttive e 600W di potenza.

Ne vale veramente la pena in termini di spesa, soldi, inquinamento elettromagnetico far tutto questo quando con un semplice palmare puoi parlare con tutto il mondo con 100 euro di spesa e con max 4W?

Per me sicuramente no neanche se tutto quel ben di dio mi venisse regalato. Solo pensare che “sparo” 600W per parlare praticamente quasi dietro casa (ma idem se fosse l’Australia) non lo concepisco propio. Per altri è l’opposto contrario. Siamo belli perchè vari e rispettosi, ognuno fa quel che preferisca, ci mancherebbe.

I sistemi digitali alla fine hanno appassionato ormai tanti OM che per piacere e comodità ora li usano prevalentemente o semplicemente quotidianamente per 4 cordiali chiacchere in movimento pur mantenendo attiva la passione per attività radio più tradizionale. Dall’inizio, ed anche oggi, l’approccio più convenzionale è quello di appoggiarsi ad un ponte UHF interconnesso via internet e far QSO.

Tuttavia non tutti hanno la possibilità di poter avere a disposizione un repeater facilmente agganciabile nella propria zona o ancor di più in movimento. Nascono così gli hotspot in pratica microcomputer con piccolo modulo RF che interfacciano una radio digitale con internet utilizzando a loro volta una connessione dati wireless di tipo wifi o mobile 4G.

Cosa è quindi l’oggetto in figura? E’ praticamente un telefono android alla base sul quale gira un’apllicazione (ma ce ne sono diverse) che si interfaccia con i vari server DMR,D-STAR,Wires-X permettendo le comunicazioni su citate.

Allora se da un lato il risultato è il medesimo abbiamo 3 tipi di scenario:

(1) Radio digitale via repeater locale. Pro: tratta radio digitale in RF, connettività mondiale. Contro: problema principale la disponibilità di un ripetitore agganciabile nell’area ove ci si trovi. Sul prezzo beh dagli 80€ in su ormai trovi interessanti bibanda dual mode analogico/dmr, per il C4FM di Yeasu si spende in media di più ma il sistema è di più immediato utilizzo.

(2) Hotspot. Pro: ti agganci alle reti digitali praticamente quasi ovunque a patto di avere almeno una connessione di tipo 3G e continui ad utilizzare la radio di cui al punto 1. Ma i contro sono: spesa per la radio, raspberry,modulo RF (dvdmega o altro). Esistono hotspot già pronti che includono in un bundle il tutto compresa ovviamente una batteria per l’alimentazione. Ovviamente per l’attività outdoor serve uno smartphone con funzione a sua volta di hotspot wifi verso internet. Fermo restando il costo della radio che do per scontato così come quello dello smartphone che abbiamo tutti, questa soluzione non costa meno di 130/150 euro e diciamola tutta non è in termini di comodità propio il massimo per attività portatile.

(3) Smartphone. Pro: lo usi direttamente per connetterti con vari programmi e.g: dvswitch mobile,peanuts,zello,droidstar a reti digitali radiomatoriali o a room (vedi zello) non sottoposte ad autorizzazine generale (come la banda CB/PMR), costo zero perchè usi lo smartphone che già possiedi. Contro: non hai una parte RF e quindi non hai possibilità di transito su ponti analogici ma…(vedi riflessione successiva). Contro: non hai possibilità di trasmissioni simplex in V/U e psicologicamente non hai una vera radio in mano il che ti sconnette un pò dal modo tradizionale di far radio.

L’aspetto psicologico è esclusivamente tale perchè troppi si scordano che alla fine l’ormai immancabile cellulare/smartphone altro non è che un RTX digitale che usa “ponti radio” (stazioni base radiomobile). Ci avevate mai pensato? La telefonata altro non è che un QSO privato in digitale ne più ne meno 🙂

Sul punto 3 da ancor prima dei sistemi digitali veri e propri esiste da anni la rete echolink che linka fra di loro cluster di ripetitori analogici via internet permettendo QSO mondiali usando anche il semplice portatilino analogico da 30 euro. Ecco il client echolink esiste anche come app per smartphone quindi gli utilizzatori del punto 3 di fatto escono in analogico sui ponti echolink e gli utilizzatori del punto 1 se vogliono possono in analogico connettersi al ponte V/U ed essere ricevuti praticamente da tutti in analogico ed in tutti i modi digitali.

Si capisce quindi che le possibilità sono molteplici in tutti gli scenari mostrati.

Andiamo dunque al quasi misterioso oggetto in fotografia. Inrico T320 è un telefono Android camuffato da radio. Sono cattivo? No anzi sono contentissimo di usarlo ma si deve essere obiettivi. Di contro però è una radio in quanto ha un PTT fisico, puoi spegnere il display e usarla come una normalissima radio YSF/DMR.

Non è poco. Se dovessi classificarla rientra nei punti 2 e 3 in quanto gli manca esclusivamente la parte RF in analogico per le dirette, ma ho parlato di echolink quindi tutto già appena scritto.

I vantaggi sono innumerevoli: ingombro paragonabile ad una radio palmare, batteria da 3600mah che per una versione leggera come Android V7 basta e avanza assicura una durata notevole di SWL e di TX, ricaricabile come uno smartphone quindi ovunque (PC,computer,PowerBank), non in utlimo “rugged” cioè robusta. Caratteristiche di solidità costruttiva e impermeabilità la rendono utilizzabile anche all’esterno in modo sicuro ed efficace senza preoccuparsi troppo della fragilità come ad esempio per gli smartphone.

Quindi è una radio? Ne ha forma ed alcune caratteristiche ma non lo è in modo che siamo abituati a vedere. E’ un telefono? SI e di più, puoi anche telefonare ma sopratutto ti connetti alle app su citate via wifi e sopratutto via rete mobile 4G/LTE e quindi praticamente la puoi usare in portatile in tutto il mondo coperto dalla telefonia mobile senza dover sclerare a programmare di volta in volta i ponti digitali della zona col dubbio se transiti o no.  In due parole se sei utente di tipo 2 praticamente hai un tutto in uno il che non è poco. Il prezzo? Si certo 200 euro non son caramelle ma sono il prezzo del solo Anytone DMR deca in più o meno, con il quale devi comuqnue dipendere da un ripetitore anche per i modi digitali. Se scegli la modalità 2 spendi di più hai lo stesso ed hai portabilità vicino allo zero assoluto.

On top of this. Prima di tutto questo è giusto sottolineare che si parla di attività in portatile che sia digitale o analogico. Lo sappiamo tutti che col “gommino” qualsiasi radio fa molto poco quindi anche il punto 1 perde notevolmente di importanza e viene relegato alle eventuali dirette che si possono sempre fare durante una scampagnata o in montagna con mitico UV5R da 25 euro. in soldoni con una spesa di 220 euro hai tutto: punto 1,2 e 3.

Per questo anche se il termine tecnico è infatti Network Radio io lo chiamo amichevolmente RadioTelefono.

Ovviamente chi compra una radio del genere non la userà di certo in sostituzione del suo smartphone ma è bello sapere che comunque ha la parte telefonica 2G,3G,4G si anche il GSM900 che ormai non solo ancora ci accompagnerà per anni (fra poco dismetteranno solo il 3G ma il 2G resta per la fonia) ma che ha una copertura praticamente mondiale ad eccezione di deserti,oceani e poco altro. Inoltre, ovviamente, ha GPS/Glonass e quindi perchè no un client APRS? Chi più ne ha più ne metta essendo su base Android ci installi di tutto e di più.

Per i più smaliziati come me esiste una fattibilissima possibilità. Rendersi totalmente indipendenti da ripetitori,amici,colleghi. Cosa voglio dire? Installi un DVSWITCH Server su un raspberry a casa connesso ad internet (ormai quasi tutti hanno a casa adsl/fibbra) o meglio noleggi un server virtuale (io pago 6 euro al mese) e praticamente hai un hotspot o meglio un gateway solo tuo. Il giro quindi sarebbe network radio=>cella telefonica=>internet=>connessione diretta ad un master server che sia BM,DMR+ e da li in cascata in tutto il mondo con tutti i sistemi digitali.

La parte “cella telefonica” può essere sostituita da WiFi se lo si ha a casa quando sei a casa ma anche ormai quasi dappertutto. Anche i piani dati offerti dagli operatori ormai non sono mai sotto i 5Gb e queste app consumano relativamente pochi dati quindi anche una sim solo dati magari una di quelle che non utilizzate più per telefonare ed è fatto.

Non è da sottovalutare neanche il server virtuale. Vuoi mettere, non tanto a capacità computazionale, un raspberry in Wifi con una macchina virtuale always on, monitorata e connessa a 400mbps bidirezionali? In pratica io quando premo il PTT sono in 4ms sul master server di BM (nel mio caso) con un’accesso personale protetto da pwd. Che significa? Che nessuno può sentirmi male o che “non transito” tecnicamente impossibile al massimo non può piacere la BF della radio ma quello è soggettivo e vale per qualsiasi radio.

In ultimo anche se a noi radioamatori non serve perchè per usare anche le app ci si registra previo invio di nominativo e/o patente e/o A.G. tecnicamente è un telefono il che fa sorridere perchè come telefono non serve alcun tipo di licenza per portarlo in giro.

73, e spero di sentirvi on-air. Io sono spesso in monitor su TG222 BM Italia.

Un’abbraccio e Buon Anno a tutti dal Pietricello A.K.A …. IU2 DLC on air.

3 Comments

  1. Pingback: Radioddity GD-73 - Il Blog del Pietricello

  2. luigi IW7CRP

    ciao anche io ho inrico t 320 con android 7 ma solo che echolink non rimane in background ogni volta all’accensione devo andare in impostazione batteria e metter il programma non ottimizzato, quando la spengo torna alla vecchi configurazione

    • Se devo essere sincero io ho utilizzato ed utilizzo esclusivamente dvswitch mobile ma il discorso comunque dovrebbe essere valido per tutte le app android. Quanto da te descritto mi sembra la procedura corretta, mi sembra strano che non mantenga la configurazione al riavvio. Onestamente mai fratto tante prove ma generalmente negli smartphone Android sono io che “combatto” per poi disattivare le singole app che girano in background. Dvswitch ad esempio non credo neanche possa girare in background. Sull’inrico per queste app il background è semplicemente che le lasci aperte e spegni lo schermo col tasto rosso (cornetta chiusa) senza premere invece “freccia” che chiude la app definitivamente. Ipotizzo (ma è ipotesi) che sia una scelta voluta. Ad onor di cronaca vogli dirti che io l’inrico l’ho comprato solo come “radio” di conseguenza a me tutto sommato fa comodo che dvswitch (ma credo che lo stesso sia echolink) resti aperto con schermo spento limitatamente a quando lo uso. Per la poca esperienza che ho già così non credo la batteria duri un giorno intero figuriamoci in bkg. So che non ti sono d’aiuto anche perchè mai usato echolink se non quando per caso linkato via ripetitori con il port.analogico. Tieni anche conto che le ns. app son fatte da OM spesso se non sempre a titolo gratuito. Non si aggiornano più di tanto e …ci siamo capiti non aspettiamoci l’accuratezza delle vere app. per Android..dire che son abbozzate è già benevolenza nei confronti dei colleghi che le hanno realizate, non mi stupirei quindi che propio quanto cerchiamo non sia neanche implementato.

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